Entrare nella psicologia dei “numeri uno” è estremamente affascinante. Oggi sulle maglie dei portieri, dalla Serie A ai campionati minori, il numero 1 è sempre più in disuso.

Sono sempre meno gli estremi difensori ancora attaccati ad indossare la 1. Basta considerare le scelte di campioni come Donnarumma (99), Marchetti (22), Reina (25), Hart (21). Il primo numero, per fortuna, nel campionato 2016/17 è ancora presente sulle maglie di Buffon, Perin, Handanovic. Eppure, indipendentemente dal numero, il ruolo dell’estremo baluardo difensivo resta sempre parte fondamentale dello spettacolo! Il portiere è il supereroe che, sprezzante del pericolo, rischia la propria incolumità. Egli si trova a difendere uno spazio prezioso che è la porta, rischiando molto in ogni azione dove la sua area diventa sovraffollata. A livello psicologico, con gli estremi difensori, si lavora proprio sull’individualità e sulla specialità del ruolo in quanto è indispensabile per regolamento, mentre non si fa nessun riferimento riguardo ai compiti degli altri giocatori.

La sua vita professionale è legata strettamente alla figura dell’allenatore dei portieri che è specializzato alla preparazione specifica. I setting psicologici sportivi sono per il portiere anche individuali. Il portiere effettua percorsi singoli e di reparto. Negli incontri individuali con lo psicologo egli lavora sulle dinamiche interiori che migliorano le sue capacità, affronta le sue paure e trova dentro di se, attraverso tecniche specifiche, le migliori risorse disponibili che possiede. Lavora, sempre individualmente, sul miglioramento dell’attenzione, della concentrazione e dell’autostima. Il portiere deve apprendere tecniche peculiari per l’accrescimento della resilienza al fine di gestire costantemente i fattori di stress che lo inducono in errore. Il numero 1 effettua, insieme ai portieri di riserva, incontri specifici con il reparto difensivo. In questi incontri di gruppo, i portieri ed i difensori, perfezionano tecniche funzionali alla gestione della linea difensiva, basandosi sull’analisi e la conoscenza dei compagni proprio per gestire emotivamente il reparto e ridurre significativamente i margini di errore. Il portiere difende il suo quartier generale e detta i tempi alla linea difensiva conoscendo come trattare e come parlare nello specifico con i suoi soldati, i difensori. Quindi se a livello di preparazione effettua un lavoro individuale, in campo deve perfezionare la sua capacità di gestione del reparto, garantendo tempistiche e modalità di intervento. Con l’estremo difensore si lavora psicologicamente anche sulla gestione del risultato, poiché in ogni gara c’è una partita nella partita ed è importante saperla leggere ed interpretare proprio dalla visuale unica di cui il portiere gode. La goal setting psicologica del numero 1 è tutta centrata su reattività, rapidità decisionale, capacità analizzative e sicurezza. Le parole di Emiliano Viviano esprimono bene i vissuti psicologici di questo ruolo divertente, fondamentale ma estremamente difficile: “Il portiere è un ruolo a rischio: ti martellano, e tu sei solo. Ti devi prendere la responsabilità, anche se agisci d'istinto...”. Da un punto di vista statistico e tecnico possiamo dire che sono sempre meno i ragazzi che vogliono ricoprire questa posizione in campo, appunto perché è un compito molto delicato e perché il fascino del goleador ha un effetto mediatico maggiore sui ragazzi che si avvicinano al calcio professionale attraverso le giovanili. Anche a livello tecnico il portiere deve saper comandare la difesa, perché possiede dalla porta una visione differente da tutti gli altri giocatori , in più deve dare tranquillità al reparto difensivo nel cambiamento o nella gestione del risultato. Spesso il numero 1 si trova a riparare agli errori altrui per non subire goal. Quando riesce in tale scopo diventa subito l’eroe della squadra. Viene facilmente criticato anche quando subisce la rete del vantaggio e l’errore è palesemente partito qualche metro prima, quindi non ha la minima responsabilità. Un buon portiere, sin dalle giovanili, deve possedere qualità tecniche e coordinative, ma anche doti mentali e caratteriali.

Nei momenti più difficili deve sapere mantenere calma e tranquillità, non trasmettere paura e incertezze alla squadra che potrebbe risentirne, non farsi intimidire dagli attaccanti avversari e soprattutto dagli allenatori che, in caso di errore, se la prendono con il loro numero 1, spesso influenzando, con tale eccessiva aggressività, anche il resto della prestazione dell’atleta. Gli allenatori saggi sono consapevoli che il portiere vive nel suo mondo e non serve scaricare su di lui rabbia e frustrazione durante la gara. Un buon portiere che lavora sugli aspetti psicologici migliora la propria consapevolezza e riduce in modo significativo la frequenza di errori e distrazioni. Mentre i compagni vincono con il gioco di squadra, il portiere deve vincere prima contro se stesso. Per questo è importante che il lavoro coordinato tra l’allenatore dei portieri e lo psicologo dello sport. I giovani portieri vanno educati alla concentrazione ed alla reattività tanto a livello fisico quanto psicologico. È fondamentale che chi lavora con gli estremi difensori (allenatore dei portieri, psicologo dello sport e preparatore fisico) trasmetta sicurezza e fiducia per fare in modo che nei momenti di difficoltà, il giovane portiere, così come il campione, superi il momento negativo nel migliore dei modi. Come per tutti anche il goalkeeper deve apprendere dai suoi errori e migliorare, attraverso il lavoro tecnico e psicologico, di settimana in settimana, le proprie consapevolezze e sviluppare le proprie potenzialità, senza riceve pressioni eccessive perché l'errore di oggi plasmerà un forte portiere di domani.

 

Autori:

Autori:
Paolofabrizio De Luca
Procuratore Sportivo - Agente FIFA / Psicologo dello Sport

Alan Bellatore
Preparatore
S.S.Maceratese 1922

martedì 14 marzo 2017

Corsi ed Eventi


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05 maggio 2018  

Come fanno i campioni ad arrivare mentalmente preparati alle gare importanti?

Mental Training Applicato per Calciatori Professionisti

23 luglio 2017  

Il Mental Training Applicato al Calcio professionale consiste in un completo ed efficace insieme di strategie per consentire ai calciatori di migliorare la conoscenza e l’uso delle abilità psico-fisiche funzionali al miglioramento delle prestazioni negli allenamenti e nelle gare.

Allenamento Selettivo per calciatori per la Stagione 2021/22

17 luglio 2021  

Selective Training for Footballers 17-18-19 July 2021             Naples – Italy L’allenamento selettivo è organizzato dalla Società A.S.D. Pianura con la collaborazione della Sport and Psychology Management (www.sportandpsychology.com). L’allenamento è occasione di formazione per i giovani calciatori e di selezione per i club italiani che invieranno i loro osservatori. In questi 3 giorni saranno organizzate sessioni di allenamento, partite ed un mini torneo finale per far esprimere al meglio ogni calciatore. I calciatori italiani si confronteranno con squadre composte da ragazzi europei e sudamericani. Gli allenamenti saranno diretti da Mr. Alessandro Zenone, allenatore UEFA B in collaborazione con Mr. Vincenzo Battimelli, allenatore UEFA B.

Il Napoli a Dimaro-Folgarida

25 luglio 2017  

Sono in programma osservazioni Tecniche presso il ritiro del Napoli a Dimaro dal 5 al 25 Luglio 2017.

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Paolofabrizio De Luca
Procuratore sportivo, Agente di calciatori, Psicologo dello sport, Motivatore sportivo e Mental Coach
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